fondamenti

I FONDAMENTI BIBLICI DEL DIACONATO

LA DIACONIA DI GESU’ E DEI SUOI SEGUACI

GESU’ FONTE E MODELLO DEL SERVIZIO DIACONALE: SERVIRE DONANDO LA VITA.

“Allora Gesù li chiamò attorno a sé e disse: Come sapete, quelli che pensano di essere sovrani dei popoli comandano come duri padroni. Le persone potenti fanno sentire con la forza il peso della loro autorità. Ma tra voi non deve essere così. Anzi, se uno tra voi vuole essere grande, si faccia servo (diàkonos) di tutti. Infatti anche il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire, ma è venuto per servire (diàkonesai)  e per dare la propria vita come riscatto per la liberazione degli uomini (Mc 10,42-45).

SI LEGGE NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI:

“A Gerusalemme cresceva il numero dei discepoli e accadde che i credenti di lingua greca si lamentarono di quelli che parlavano ebraico: succedeva che le loro vedove venivano trascurate nella distribuzione quotidiana (diàkonìa) dei viveri. I dodici apostoli allora riunirono il gruppo dei discepoli e dissero: “Non è giusto che noi trascuriamo la predicazione della parola di Dio per occuparci della distribuzione dei viveri. Ecco dunque, fratelli, la nostra proposta: scegliete fra di voi sette uomini, stimati da tutti, pieni di Spirito e di saggezza, e noi affideremo a loro questo incarico. Noi apostoli, invece, impegneremo tutto il nostro tempo a pregare e ad annunciare la parola di Dio”. Questa proposta degli apostoli piacque alla assemblea. Allora scelsero Stefano, uomo ricco di fede e di Spirito Santo, e poi Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs, e Nicola, uno straniero che proveniva da Antiochia. Presentarono poi questi sette uomini agli apostoli i quali pregarono e imposero le mani sopra di loro”
(At 6,1-6).

SAN PAOLO SALUTA I DIACONI DI FILIPPI:

“Paolo e Timoteo, servitori di Gesù Cristo, scrivono a tutti voi della comunità cristiana di Filippi, compresi vescovi e diaconi.
Dio, nostro Padre e Gesù Cristo, il Signore, diano a voi grazia e pace” (Fil 1,1-2).

LE RACCOMANDAZIONI DI SAN PAOLO

“I diaconi devono essere uomini seri e sinceri: non siano ubriaconi e non cerchino guadagni disonesti. Essi devono conservare la verità della fede con una coscienza pura. Perciò, prima siano messi alla prova e poi, se non si troverà niente da dire contro di loro, potranno lavorare come diaconi. Il diacono deve essere fedele alla propria moglie, deve saper governare bene la famiglia ed educare i figli. I diaconi che svolgono bene il loro compito, saranno onorati da tutti e potranno parlare con sicurezza della fede in Gesù Cristo” (1 Tm 3,8-13). 

LE TESTIMONIANZE

SANT’IGNAZIO (VESCOVO DI ANTIOCHIA E MARTIRE A ROMA NEL 107)

“I diaconi sono incaricati del servizio di Gesù Cristo” (Ai cristiani di Magnesia, 6).
“I diaconi non sono dei semplici distributori di cibi e bevande, ma sono servi della Chiesa di Dio” (Ai cristiani di Tralle, 2).

SAN POLICARPO (VESCOVO DI SMIRNE E MARTIRE NEL 156

“… i diaconi siano irreprensibili di fronte alla Sua giustizia come servitori di Cristo e di Dio e non degli uomini … puri in ogni cosa, pieni di misericordia, zelanti, camminando secondo la carità del Signore che si fece servitore di tutti”
(Lettera ai Filippesi V,2)

IPPOLITO DI ROMA (SACERDOTE E MARTIRE NEL 218) “DALLA TRADIZIONE APOSTOLICA”

L’Ordinazione dei diaconi (n° 8):
“Nell’ordinazione del diacono imponga le mani solo il vescovo proprio perché il diacono viene ordinato non al sacerdozio, ma al servizio del vescovo con il compito di eseguire gli ordini.  Difatti egli non prende parte al consiglio dei sacerdoti, ma amministra e segnala al vescovo ciò che è necessario, né riceve lo spirito comune di cui tutti i sacerdoti partecipano, ma quello che gli è conferito per potere del vescovo. Per questo soltanto il vescovo ordini il diacono. Ordinando il diacono il vescovo dica così: “Dio, che hai creato tutte le cose e le hai ordinate mediante il Verbo, Padre di nostro Signore Gesù Cristo, che hai inviato perché eseguisse la tua volontà e manifestasse a noi la sua intenzione, concedi il Santo Spirito della grazia, dello zelo e della diligenza al tuo servo qui presente, che hai scelto affinché sia al servizio della tua Chiesa e porti nel tuo santuario ciò che viene offerto da colui che è stato stabilito tuo sommo sacerdote a gloria del tuo nome, affinché, adempiendo il suo compito in modo irreprensibile e con purezza di vita, sia degno di conseguire un grado più elevato e ti lodi e glorifichi per il Tuo Figlio Gesù Cristo nostro Signore, per il quale hai, con lo Spirito Santo, gloria, potenza e lode nei secoli dei secoli. Amen.

I diaconi al servizio del vescovo nella cura dei malati (n° 34):

“I diaconi siano solleciti al servizio del vescovo e gli indichino i malati affinché il vescovo, se vuole,  li visiti. Grande è la gioia del malato quando si vede ricordato dal sommo sacerdote”.

I diaconi istruiscano i fedeli (n° 39):

“ I diaconi non trascurino di riunirsi ogni giorno, a meno che non siano malati. Si riuniscano, istruiscano coloro che si trovano in chiesa, preghino e poi si avviino ciascuno al proprio lavoro”.

DALLA DIDASCALIA DEGLI APOSTOLI

(UNO SCRITTO DEI PRIMI DECENNI DEL SEC. III CHE DESCRIVE LA COSTITUZIONE DELLA CHIESA)

“Il diacono sia l’orecchio del vescovo, la sua bocca, il suo cuore e la sua anima, perché voi (vescovo e diacono) siete due in una sola volontà e nella vostra unanimità la Chiesa troverà la pace” (XI. 44). 

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Con amore e devozione la Chiesa ha conservato la memoria di diaconi santi, in particolare: santo Stefano, diacono e primo martire della Chiesa apostolica, san Lorenzo, diacono e martire della Chiesa di Roma (sec. III), san Vincenzo, diacono e martire della Chiesa di Saragozza (sec. III-IV), sant’Efrem siro, dottore della Chiesa (sec. IV). 

 DECLINO E RIPRISTINO

A partire dal sec. V, vicende storiche complesse portarono ad un lento declino del diaconato, che alla fine rimase solo come tappa intermedia per i candidati all’ordinazione sacerdotale.  

Il Concilio di Trento (sessione XXIII del 1563) decreta che il diaconato venga nuovamente ripristinato, in modo che «le funzioni dei sacri ordini» non appaiano inutili e siano «esercitate solo da coloro che sono costituiti nei rispettivi ordini». Questa delibera rimane lettera morta. 

Si deve attendere il Concilio Vaticano II (1962-1965) per vedere il ritorno del diaconato. Nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa (Lumen Gentium) al n. 29, il Concilio afferma che «i diaconi sono segnati dal carattere e sostenuti dalla grazia sacramentale dell’ordine ricevuto e chiamati al servizio del popolo di Dio in comunione con il vescovo e il suo presbiterio, nella liturgia della parola, della liturgia e della carità». Lo stesso Concilio delibera, poi, che nella Chiesa latina il diaconato «potrà in futuro essere restaurato come un grado proprio e permanente della gerarchia», ne indica una serie di funzioni proprie e si esprime a favore del conferimento del diaconato «a uomini di più matura età anche viventi nel matrimonio». Stabilisce, infine, che spetta alle Conferenze Episcopali nazionali decidere, con l’approvazione del Papa, sull’utilità del ripristino del diaconato nella propria nazione, secondo i bisogni della Chiesa.

 
La Conferenza Episcopale Italiana

Con il documento “La restaurazione del diaconato permanente” la CEI si pronuncia ufficialmente per il suo ripristino l’11 marzo 1972. Quindi nel documento pastorale Evangelizzazione e ministeri, dell’agosto 1977, essa dichiara: «Col ripristino del diaconato permanente, la Chiesa ha la consapevolezza di accogliere un dono dello Spirito e di immettere così nel vivo tessuto del corpo ecclesiale energie cariche di una grazia peculiare e sacramentale, capaci perciò di maggiore fecondità pastorale» (n. 60).