Chi sono

DIACONI: CHI SONO

L’IDENTITA’ DEL DIACONO

Nella Chiesa antica il diaconato veniva conferito sia a coloro che sarebbero rimasti diaconi (diaconi permanenti) sia a quanti erano destinati a diventare presbiteri  (diaconato transeunte). A partire dal Medioevo il diaconato viene inteso solo come una tappa sulla via verso il sacerdozio presbiterale ed episcopale. Chi lo riceveva era destinato a diventare sacerdote. Ci sono state poche eccezioni di diaconi permanenti tra cui San Francesco d’Assisi. Il ripristino non va attribuito alla carenza di vocazioni presbiterali, ma alla teologia del Concilio Vaticani II che ha permesso il recupero di una dimensione teologica e pastorale della Chiesa, rendendo possibile la rinascita del diaconato.

(Vedi inoltre i documenti del Concilio Vaticano II: Lumen Gentium 29; Ad Gentes 16; Orientalium Ecclesiarum 17)

IL DIACONO DONO DI GRAZIE PER LA CHIESA

Il Concilio Vaticano II ha chiesto che l’ufficio diaconale, sommamente necessario alla vita della chiesa, venga restituito come grado proprio e permanente della gerarchia, e il Papa Paolo VI ha dato attuazione alle indicazioni del Concilio nel 1967, scrivendo tra l’altro: “Benché soprattutto nei territori di missione, usualmente vengano affidati ai laici non pochi uffici diaconali, tuttavia è bene che quanti esercitano davvero il ministero diaconale siano fortificati e più strettamente associati all’altare mediante l’imposizione delle mani, che è tradizione apostolica, affinché più efficacemente essi adempiano, in virtù della grazia sacramentale del diaconato, il proprio ministero. In tal modo sarà ottimamente chiarita la natura propria di questo Ordine che non deve essere considerato come un puro e semplice grado di accesso al sacerdozio. Esso, insigne per l’indelebile carattere e la particolare sua grazia, di tanto si arricchisce, che coloro i quali vi sono chiamati possano in maniera stabile dedicarsi ai misteri di Cristo e della Chiesa” (Motu Proprio “Sacrum diaconatus ordinem”).

IL DIACONO SEGNO SACRAMENTALE DELLA VOCAZIONE AL SERVIZIO

I vescovi italiani nel 1970 votavano l’introduzione anche in Italia del Diaconato come grado permanente del ministero ordinato nella Chiesa e ne davano questa motivazione:

  • Con la restaurazione del Diaconato permanente lo Spirito Santo offre il dono del ripristino di una struttura sacramentale della Chiesa che, secondo sant’Ignazio d’Antiochia, “è costituito da vescovi, presbiteri e diaconi” e quindi di una nuova abbondante ricchezza di grazie sacramentali per una maggiore efficacia della sua missione di salvezza.
  • Il ministero diaconale sottolinea il valore del “servizio” espresso dalla carità, che è specifico della gerarchia.
  • Il diacono infatti è segno sacramentale e quindi rappresentante e animatore della vocazione al servizio proprio di Cristo, servo del Signore, “venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in redenzione per molti” (Mt 20,28).

In conclusione, il diacono è un cristiano impegnato che viene ordinato e che accetta rimanendo permanentemente diacono) di svolgere un globale compito di servizio, con lo scopo preminente di essere uomo di comunione nella comunità.

N.B. – Anche il laico si trova a compiere molti dei servizi svolti dal diacono: il diacono però riceve la grazia del sacramento, un mandato dalla Chiesa e una preparazione culturale e spirituale specifica.