il Curato d’Ars … e i diaconi

Articolo apparso su “La Voce del Popolo”

L’AMICO DIACONO BENITO DI TORINO SCRIVE:

Sono contento che un sacerdote, che non conosco personalmente, abbia iniziato, con una provocazione, un dialogo sincero e proficuo nella nostra Diocesi.  Un caro abbraccio a tutti..
Diacono Benito Cutelle’

 

Il Curato D’Ars e … i diaconi

Siamo nell’anno sacerdotale di preghiera indetto dal Papa per la santificazione dei sacerdoti e quindi anche per le vocazioni sacerdotali, anno che è stato posto sotto la benedizione del Curato d’Ars, come protettore dei sacerdoti.
  A me pare che sia giusto e doveroso e affatto fuori luogo, in tutti i discorsi e preghiere che faremo in quest’anno, far conoscere ai laici, specialmente a quelli fuori città, la realtà e la presenza provvidenziale anche dei diaconi nelle diocesi di tutto il mondo, persone consacrate che possono diventare (come del resto sono già), un aiuto formidabile per oggi e per il futuro, vista la carenza delle vocazioni sacerdotali.
Tanti laici non sanno quasi nulla dei diaconi; se non li conoscono, come possiamo pretendere che nascano tali vocazioni dal popolo di Dio ? Non solo, ma, ho l’impressione che a tanti preti il diaconato… stia sullo stomaco, quasi che i diaconi fossero dei concorrenti, invece che dei preziosi collaboratori.
Forse non si rendono conto che anche gli aspiranti al diaconato, come gli aspiranti al sacerdozio, devono essere individuati, scelti, formati e incoraggiati dai sacerdoti, con occhio discreto e con la preghiera; solo così potremo avere sacerdoti e diaconi santi.
Non stupisca il titolo di questo mio intervento. È una provocazione! Forse tanti cristiani (e forse anche qualche prete) non sanno che fu proprio san Giovanni Maria Vianney a incoraggiare e sostenere il venerabile Gabriele Taborin a fondare una congregazione di laici religiosi, i «Fratelli della Sacra Famiglia di Nazareth», perché fossero al servizio delle parrocchie, come catechisti, in un periodo in cui i sacerdoti scarseggiavano più di adesso.
E questo, anche perché il diaconato non era ancora stato rimesso in auge, come ai primi tempi della Chiesa; sarà poi il Concilio Vaticano II a farlo.
Se il Curato d’Ars vivesse oggi sono sicuro che incoraggerebbe la scelta dei diaconi.
D’altra parte basta solo guardare «oggi» questi Fratelli della Sacra Famiglia, dove sono inseriti in qualche contesto parrocchiale, dove il parroco è ammalato o anziano, (Torino, Poirino…..), come si sentono a loro agio, come aiutano i sacerdoti, come il popolo di Dio sia contento e ben servito da questi «laici» che inoltre sono anche missionari sparsi un po’ in tutto il mondo.
La Diocesi di Torino tiene in alta considerazione i diaconi, dà loro un’ottima formazione e vengono preparati bene, ma forse il popolo di Dio non li conosce ancora abbastanza, e se noi preti ne parlassimo po’ di più, in tutte le parrocchie e nelle varie comunità e movimenti, sarebbe una buona occasione per suscitare altre vocazioni che senz’altro la Provvidenza di Dio semina tra i suoi figli, ma che forse siamo proprio noi, preti, a non riconoscere e sostenere.

Don Lio DEANGELIS